“Vacanze Toscane” ad Arezzo. Non solo la presentazione di un libro ma anche una occasione di incontro sul tema del turismo aretino

19 Giugno 2015

“Vacanze Toscane” ad Arezzo. Non solo la presentazione di un libro ma anche una occasione di incontro sul tema del turismo aretino

Ieri, nella libreria Mondadori di Arezzo, abbiamo presentato il libro di Roberto Guiggiani,Vacanze Toscane. Riflessioni sul turismo che cresce nonostante la politica”. Il volume, agile e godibile, raccoglie le pagine più esemplificative del blog #Turismo Smart che Guiggiani tiene sul agenziaimpress.it. Ovviamente, ad Arezzo, abbiamo approfondito le tematiche e le criticità del turismo locale, da sempre impantanato in un limbo che penalizza gli operatori del settore e vede gli amministratori assenti o, peggio, presenti senza avere e realizzare una strategia ragionata.

Il tema del turismo in Toscana e ad Arezzo – Insieme all’autore c’erano anche degli esperti che hanno acceso il dibattito: Stefano Casini Benvenuti, direttore dell’Irpet, Susanna Buricchi presidente delle Guide di Arezzo e Laura Lodone, responsabile dell’Area Turismo di Confcommercio Arezzo. Dal confronto tra l’autore, il pubblico e gli ospiti è emerso il quadro di una situazione preoccupante.  In Toscana si continua a perdere l’occasione di governare il settore del turismo e trasformarlo in un sistema, in un’industria fruttuosa: è vero, il turismo qui è in crescita, in linea con le tendenze globali, ma questo non deve né ingannare né fare dormire sonni tranquilli. Il dato toscano è in realtà deludente rispetto alle grandi possibilità che possiede la regione. Questo grazie alle scelte, o meglio alle non-scelte, fatte dalla politica. È un dato di fatto l’inadeguata della gestione dei flussi turistici, subìti e non gestiti dalle realtà territoriali. Che fare? Affidarsi ad un team di esperti in turismo e marketing territoriale, capace di analizzare, programmare e gestire il turismo tenendo conto dell’unicità di ogni luogo. Stefano Casini Benvenuti, direttore dell’Irpet, in questo senso è stato chiaro: affidarsi allo studio dei dati è bene, ma attenzione a non perdere di vista la realtà, perché i dati non bastano. È necessario dare al turista ciò di cui veramente ha bisogno, non imporgli quello che si pensa possa o debba farsi andare a genio. È necessario trasformare il settore in un sistema. Finché non smetteremo di percepire il turismo e l’industria come due entità separate, non affronteremo mai la questione nel modo adeguato.

Arezzo che città turistica vuole diventare? – Basta scimmiottare Firenze e Siena. Non serve a niente, anzi amplifica l’abisso che già c’è tra Arezzo e le altre città della Toscana. La strada da intraprendere, come suggerisce Susanna Buricchi presidente delle Guide di Arezzo, è valorizzare quelle possibilità che offre la città. La fruizione del turismo ad Arezzo è ottima, a differenza di Firenze dove si deve sgomitare e destreggiarsi in un mare caotico di persone. L’assenza del turismo di massa non è per forza un dato fallimentare. Andare alla scoperta delle bellezze che offre la città, in un clima rilassato e favorevole alla cultura, accresce diversamente il valore turistico della città.

Un evento culturale non è per forza turistico – È stato affrontato anche il delicato tema della cultura e del turismo che da sempre vanno a braccetto, in Toscana, come nel resto d’Italia. Attenzione però: la forza attrattiva di un evento culturale, il suo appeal turistico, non va mai dato per scontato. A lanciare l’allarme è Laura Lodone, responsabile dell’Area Turismo di Confcommercio Arezzo. I dati registrati dagli operatori del turismo ad Arezzo sono chiari: non porta nessun beneficio innamorarsi di un evento culturale che prende vita nella nostra città per poi stupirsi del grande insuccesso turistico che registra. Dobbiamo interrogarci su cosa veramente porti in città il turismo e una volta capito, realizzarlo; spesso abbandonando le nostre cocciute convinzioni.

Non solo “Politiche e strategie che non ci sono” come scrive Guiggiani nel suo “Vacanze Toscane”, ma politica grande assente; politica che ieri non ha voluto affrontare insieme a noi il tema del turismo. Peccato, sarebbe stata una grande occasione di confronto per la città. Di tutt’altro avviso invece sono stati gli aretini, che hanno partecipato numerosi a questo focus, alternandosi nel prendere parola ed esprimere i propri dubbi. Le sorprese non sono mancate, confermando oltre all’amore per la propria città, una consapevolezza confortante di tutte le forze e debolezze di Arezzo. Una città che vorrebbero gestita da una politica del turismo attenta e creata a tavolino per le specificità del territorio. Una politica priva di personalismi e presunzione, una politica efficace. Gli aretini non aspirano certo al realizzarsi di una chimera, ma chiedono l’aiuto di un esperto capace di prendere la situazione in mano, un Destination Manager – come ha ben spiegato Laura Lodone. In molti pretendono una figura professionale capace di gestire al meglio le tante risorse che vengono investite in eventi turistici e culturali; grandi critiche e tante perplessità sono state espresse sulla rassegna di arte contemporanea Icastica, che nello stesso momento veniva presentata a Roma con la solita enfasi ma che non ha mai convinto gli aretini sia progettualmente che a causa dei deludenti dati di afflusso turistico registrato.

Il consiglio dell’autore Roberto Guiggiani – Fare il meglio che si può con quello che già si ha. Le risorse a nostra disposizione sono tante e preziose. Non c’è bisogno che la politica si cimenti nell’invenzione di nuovi contenitori, spesso presa dalla febbre delle inaugurazioni e del “taglio del nastro”. Non è necessario realizzare sempre nuovi eventi faraonici o spendere cifre spropositate in progetti che spesso si rivelano autentici buchi nell’acqua. Il turismo ha bisogno di risorse, ma bisogna sapere come spenderle per farle fruttare. Se solo partissimo da quello che abbiamo nei nostri territori, e facessimo davvero una gestione capillare, il fenomeno del turismo in Toscana cambierebbe radicalmente. Abbiamo tanto da offrire, ma spesso perdiamo l’occasione di farlo.
Noi non vogliamo abbandonare la presa e, d’accordo con l’autore e i relatori, abbiamo deciso di riproporre e sviluppare il focus a fine estate.

Anna Martini