Il cerchio e la finestra, saggio su Cristina Campo. Presentazione al Vieusseux il 5 marzo

1 Marzo 2024

Il cerchio e la finestra, saggio su Cristina Campo. Presentazione al Vieusseux il 5 marzo

Un saggio dedicato alla scrittrice Cristina Campo (Bologna 1923-Roma 1977) a partire dalle lettere spedite tra il 1955 e il 1975 a Margherita Pieracci Harwell, detta Mita. Si tratta de “Il cerchio e la finestra” (primamedia editore), opera del docente e scrittore Francesco Ricci che sarà presentata martedì 5 marzo alle 17.30 a Firenze, nella prestigiosa sede del Gabinetto Vieusseux (Palazzo Strozzi, Sala Ferri). A dialogare con l’autore, Daniela Dal Lago.

Il volume – Il cerchio e la finestra sono due vere e proprie “idee in immagini”, attraverso le quali la scrittrice e traduttrice bolognese esprime la propria idea di tempo, inteso ora come chiusura (il cerchio) ora come apertura (la finestra). Non solo, ma tali figure si caricano anche di ulteriori significati, che dall’ambito cronologico scivolano in quello dell’amicizia, dell’amore, della scrittura, del pensiero di Dio, della malattia, della bellezza, della propria vocazione interiore, della tradizione. L’attenzione che Cristina Campo nei suoi scritti (lettere, saggi, poesie) rivolge costantemente a quattro gruppi di persone – o “razza” o “specie”, come lei stessa li definisce – è al centro del presente breve saggio. Si tratta degli imperdonabili, dei senza-lingua, dei solitari, degli ammalati. Alcuni di loro possiedono un nome, altri non escono mai dall’anonimato: tutti, però, dal primo all’ultimo sono accolti con amore sulla pagina campiana. Non solo. Ma poiché in questi quattro gruppi di persone, relegate ai margini della società e del mondo, dove la Storia raduna tutti i sommersi, gli offesi, i dimenticati, Cristina Campo si riflette come in uno specchio e si rivede, parlare di loro comporta che si parli di questa straordinaria figura di donna: l’imperdonabile è lei, è lei la senza-lingua, la solitaria, l’ammalata. Ed è proprio su quest’ultimo terreno (quello personale) che è possibile rendersi conto di come col trascorrere del tempo, in particolare a partire dalla metà degli anni Sessanta il cerchio diventi a poco a poco il simbolo più adatto a raccontare la vita di Cristina Campo, mentre la finestra ai suoi occhi perde fascino e significato